«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

TOPONOMASTICANDO. Palazzolesi illustri nella toponomastica cittadina: Padre Bartolomeo Bernal (1425-1500)

(Ronco Bernal, 2° a dx di via Ariete)


Ronco Bernal... Bernal! Chi era costui? Questo è il dubbio che assale chi nel leggere il nome di una strada intitolata ad un personaggio locale, si trova al cospetto di una targa che ne riporta il cognome nudo e crudo.

Se, all’epoca, il personaggio in questione era arcinoto ai suoi contemporanei e quindi poteva sembrare superfluo specificare chi fosse sulla targa, con il passare dei lustri e dei secoli il ricordo si fa via via sempre più sbiadito fino a scomparire. I posteri che sono assaliti dall’ “atroce” dubbio di cui sopra per individuarlo sono obbligati a trasformarsi in topi di biblioteca o in internauti, ammesso che si trovino notizie.
Sarebbe buona norma allora che sulla targa (di marmo, resiste al tempo!), oltre al nome e al cognome, si aggiungesse la data di nascita e di morte, il tipo di attività o la qualifica che ha dato così tanto prestigio a quella personalità da meritare l’intitolazione di una strada o di altro.
Questo deve essere il criterio per una toponomastica che, oltre all’obiettivo precipuo di identificare una strada o una piazza, deve pure proporsi di raccontare la città attraverso i suoi uomini illustri. Una targa viaria completa permette di inquadrare subito il personaggio e di collocarlo nel contesto storico in cui è vissuto e si è distinto.
Solo così la toponomastica locale consegue finalità culturale e didattica proponendosi come trait d’union con la società e la storia del territorio e come chiave di lettura della realtà presente e passata.
Da questo numero inauguriamo una rubrica dedicata ai “Palazzolesi illustri nella toponomastica cittadina”. È un modesto contributo volto ad integrare l’incompletezza della maggior parte targhe viarie del nostro Comune.
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Il primo palazzolese illustre che si trova “sulla strada” e che intendiamo trattare è  Padre Bartolomeo Bernal. 
Padre Bartolomeo Bernal, teologo, fu un religioso agostiniano. Alla profonda dottrina accoppiò la rettitudine del cuore, l’amore per il prossimo, l’umiltà, “…nominato tre volte beato, non visse in terra cogl’uomini, visse con Dio”.
Fuggì tutte le dignità, e fu sempre obbediente al volere dei superiori “…Soffrì pazientemente tutti l’oltraggi e lodava in quelli Iddio, desioso di patire più”.
Modesto e riservato fu sempre restio ad accettare incarichi di prestigio tra i quali la carica di vescovo. Era assai stimato della regina di Napoli e dal papa Sisto IV, che a Roma gli rese personalmente visita. 
Nel 1487 pubblicò il Martirologio Romano che gli valse grande considerazione dei dottori della chiesa cristiana.
Gravemente ammalato non volle violare i digiuni dell’Ordine e anche nell’ultimo giorno della sua vita  terrena volle recitare le Ore canoniche.
Morì in odore di santità a 75 anni, l’11 giugno del 1500 presso il convento di Brescia.

Nello Blancato

Meridiano 14, luglio 2011 + Iblon, giornale online, luglio 2012 

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